Questo vino è la favolosa espressione di Canelli, terra d’origine del Moscato d’Asti e una delle menzioni geografiche più antiche di tutta la denominazione. L’uva proviene da un “Sorì” completamente esposto a sud come vuole la tradizione e con una forte pendenza senza terrazzamenti, tanto che d’estate il lavoro in vigna diviene molto faticoso. Il terreno è composto da marna, ovvero calcare disciolto con poca argilla (circa il 30%) e ricco di calcio e magnesio; quando è bagnata questa terra in alcuni tratti ha dei riflessi azzurri contrapposti al bianco accecante di cui si colora quando è asciutta. Le uve qui riescono a concentrare i più alti livelli di linalolo e di acidità della zona. In cantina l’uva viene pigiata e pressata, poi direttamente nella pressa, si esegue una crio-macerazione di sette o otto ore; nelle vasche rimane ad una temperatura – 2° centigradi, aspettando una fermentazione naturale innescata dal rialzo della temperatura. Un moscato magistrale, di qualità straordinaria ben raccontata da profumi molto complessi ed intensi di agrumi, albicocca fresca, mela renetta, fiori di zagara e rose bianche nonché da un sorso di freschezza poderosa che diviene cremoso e minerale con una piacevolissima persistenza finale dai richiami citrini. Abbinamenti? Non è affatto una sorpresa per noi servirlo con un piatto di ostriche o con una tartare di salmone alla crema di avocado e mandorle tostate. Una pura formalità il classico abbinamento con crostata di frutta, dolci lievitati e pasta di mandorle.